Ray Liotta, ma non per tutti

Ray Liotta se n’è andato oggi, 26 maggio. Il blog lo ricorda a suo modo, descrivendo un’osmosi solo sperata, che però non può esserci, perché il cinema è fatto di una sostanza che non è quella della banale realtà.

C’è stato un pomeriggio nella mia vita recente in cui ho pensato molto intensamente a Ray Liotta.

Più o meno un anno fa, tornavo a casa nel meriggiare pallido e assorto. Improvvisamente, dopo aver scavallato un piccolo dosso, comincio a sentire un incombente rumore ritmico sopra la testa: TA-TA-TA-TA-TA-TA-TA-TA-TA-TA.

Che fastidio! Ma cos’è? Lo classifico subito come un elicottero che mi volteggia sulla cappotta della macchina. Mi abbasso all’altezza del volante, guardo in su, oltre il parabrezza, ma l’elicottero non riesco a vederlo. Però più accelero, più il TA-TA-TA-TA si fa veloce. Penso «Porcatroia, ma mi stanno seguendo!». Mi abbasso un’altra volta, guardo, mi abbasso ancora di più, ma in cielo non vedo niente. Il fracasso, però, è sempre più forte.

È un elicottero per forza, il rumore sulla mia testa è quello delle eliche. Rotanti, vorticose, ricorrenti. Subito mi rivedo in Ray Liotta, in quella magnifica sequenza di Goodfellas in cui, all’alba degli anni Ottanta, imbottito di cocaina com’è, gli prendono le paranoie e si convince (giustamente, tra l’altro) di essere seguito costantemente da un elicottero della polizia, che gli sta addosso dovunque vada, tanto da viaggiare da un posto all’altro per far perdere le tracce delle pistole che detiene illegalmente. Tutto questo mentre va e viene da casa sua per cucinare il ragù e le fettine impanate.

Guardo un’ultima volta oltre il parabrezza, so bene di non essere Ray Liotta, non ho armi con la matricola abrasa nel baule ma mi fermo per controllare, perché nel frattempo ho percorso un chilometro e mezzo, il rumore non mi ha mai abbandonato e ‘sto cazzo di elicottero si sente ma non si vede.

L’elicottero non c’era, ovvio. Avevo solo forato. Mestamente. E il rumore veniva dalla posteriore sinistra, non dal cielo. Però è stato magnifico provare per poco più di un chilometro quello che ha provato lui nel film.

Pubblicato da giampiero frasca

Scrive di cinema pur essendo cosciente dell'inutilità.